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Desideri portare in tavola una fonduta gustosa, filante e cremosa, ma diversa dal solito? Scopri i 3 migliori formaggi da unire alla fontina, per realizzare una fonduta morbida e deliziosa, che lascerà a bocca aperta tutti i tuoi ospiti!

Indice:

Piatto tipico valdostano noto in tutto il mondo, la fonduta è al contempo una ricetta tradizionale comune a moltissime zone montuose, in particolare quelle alpine, come il Piemonte, la Francia, la Svizzera.

Per questo esistono numerosissime varianti di questo piatto. La fonduta, infatti, ben si presta a tante, diverse interpretazioni e può essere personalizzata grazie alla facilissima procedura di preparazione, che prevede burro fuso, latte, uova e, ovviamente, i formaggi che si preferiscono

La fonduta tradizionale

La classica fonduta all’italiana prevede, tradizionalmente, un solo formaggio: la fontina valdostana. Si tratta di un prodotto DOP inconfondibile e completamente predisposto alla gustosa magia filante della fonduta. È solo una volta fusa, infatti, che la pasta elastica e aromatica della fontina sprigiona al meglio tutti i suoi sapori e profumi

Fonduta: le varianti più gustose

Esistono però anche altri formaggi italiani che, affiancati alla fontina, possono creare una fonduta che lascerà di stucco chiunque sia vostro ospite a tavola.

Si tratta di formaggi figli di una tradizione profondamente radicata ai territori d’origine e concepiti anche per ricette altamente nutrienti, come può essere la fonduta valdostana. 

Ma di quali formaggi stiamo parlando? Scopriamolo subito.

Il Castelmagno

Il Castelmagno è un formaggio molto conosciuto in Piemonte, ed è ampiamente utilizzato soprattutto nella realizzazione di primi piatti.

Famosissimi (e buonissimi) sono, infatti, gli gnocchi al Castelmagno: il formaggio, una volta fuso, si lega alla perfezione con lo gnocco, acquisendo un sapore unico e straordinario.

Se utilizzato per la fonduta, il Castelmagno, formaggio dal sapore più fine rispetto alla fontina, aggiungerà un tocco di delicatezza al piatto e gli donerà un moderato retrogusto salato.

Il Crutin

Il Crutin – anch’esso originario del Piemonte, più precisamente delle Langhe – è un formaggio estremamente particolare, definito “a pasta rotta”, ossia molto friabile.

Solitamente viene lasciato stagionare a lungo in caverne di tufo (chiamate, appunto, “crutin” in dialetto piemontese), ed è quasi sempre preparato con l’aggiunta di scaglie di tartufo nero, che lo rendendono immediatamente riconoscibile non solo visivamente, ma anche grazie al suo straordinario ed intenso profumo.

Il Crutin è molto utilizzato nelle ricette che prevedono formaggio fuso, poiché presenta una rara caratteristica: si fonde senza filare. Per questo, se aggiunto alla fonduta, il Crutin dona al piatto una consistenza sorprendente, e un gusto insolito e buonissimo

La Toma piemontese

Continuiamo a rimanere in Piemonte, ma questa volta per parlare di un formaggio morbido, pastoso, che si scioglie facilmente: la Toma.

Conosciuta principalmente come formaggio da tavola, ma valido ingrediente anche per realizzare gustosi primi piatti, la Toma piemontese ha un sapore dolce, lievemente acidulo e salato, che restituisce al palato un aroma delicato, ma intenso.

Aggiungi la Toma piemontese alla tua fonduta per ottenere una cremosità unica e un intenso retrogusto di latte fresco, che darà vita a un tripudio di sapori difficile da dimenticare. 

E tu, come prepari solitamente la fonduta? Facci sapere nei commenti la tua ricetta segreta!

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