Il vastissimo mondo dei dolci italiani è in continua crescita: i capolavori della tradizione vengono rinnovati, modernizzati, oppure riproposti con storica fedeltà. Restano però dei capisaldi immutabili, perché caratterizzati da una antichità rara e da preservare.
La tradizione dolciaria del Bel Paese ha infatti una storia lunghissima, che si perde nella notte dei tempi. Possiamo però rintracciare l’origine di quelli che possono essere considerati i dolci più antichi della cucina italiana.
- Il Gianduia
Nei primi anni dell’Ottocento Napoleone impose un blocco economico che rese costosissimo il cacao. Per questo i pasticcieri piemontesi decisero di ingegnarsi, creando un impasto al cioccolato che riusciva a fare a meno quasi totalmente del cacao sostituendolo con le economiche e buonissime nocciole “a chilometro zero” delle Langhe. Diedero a questo nuovo impasto il nome della maschera piemontese della Commedia dell’Arte: Gianduja! Alcuni anni dopo il pasticcere Caffarel creerà da questo impasto i famosissimi cioccolatini Gianduiotti. Oggi la crema di gianduia è una delle prelibatezze più amate dagli italiani.
- La Torta Paradiso
Resa nota in tutta Italia intorno al 1870 grazie alla “Pasticceria Vigoni” di Pavia (ancora esistente!), questa torta esisteva in realtà da molti secoli. Non si hanno documentazioni certe, ma a quanto pare venne creata da un frate erborista presso la Certosa di Pavia: i suoi confratelli si innamorarono del dolce, tanto da chiamarlo “Torta del Paradiso”! Un dolce semplice ma gustosissimo, amato da chiunque e che spopolò già durante l’Expo di Milano del 1906.
- La Pastiera Napoletana
Un dolce così antico che la sua origine viene ancora raccontata mediante l’uso della mitologia. La sirena Partenope viveva nel Golfo alle pendici del Vesuvio, allietando con il suo canto tutta la popolazione. Così, incantati da questa voce, ogni primavera donne e uomini portavano in dono alla sirena le specialità della loro terra: ricotta, zucchero, uova, arance, farina, canditi, grano, spezie… Partenope mostrò agli dei questi doni, i quali decisero di armonizzare tutto in un unico dolce buonissimo che potesse fare la fortuna del popolo del Golfo.