Cesti ricchi di prodotti deliziosi, le strenne natalizie sono un dono tra i più quotati durante le festività. Si pensi che il numero di italiani che negli scorsi anni ha regalato un cesto arriva a 9,7 milioni – tra doni in famiglia, pensieri aziendali e strenne di beneficenza. Pochi sanno, però, che questa tradizione ha origini antiche e che un filo lega l’Antica Roma all’Italia di oggi.
• Il Natale prima del Natale: i Saturnalia romani
Il solstizio d’inverno, che avviene il 21 dicembre, è un giorno della ruota delle stagioni che è sempre stato accompagnato da suggestivi rituali e tradizioni.
Questo è il momento in cui il sole cede il passo alla notte: le giornate si fanno lunghe e fredde, tanto che nei secoli scorsi questo rappresentava uno dei periodi più spaventosi di tutto l’anno. Le provviste sarebbero potute non bastare e la paura della fame e delle malattie era sempre dietro all’angolo.
Proprio in questo periodo si teneva una festività religiosa nell’Antica Roma: i Saturnalia. Il nome Saturnalia proviene da quello della divinità alla quale questa festa era dedicata: Saturno. Questa festa è stata assimilata e in un certo senso ereditata dal Cristianesimo che ne ha mantenuto i tratti pur cancellandone l’origine pagana.
Tratto caratteristico di queste feste era lo scambio dei doni. Ben distante dai nostri regali più “materialistici”, al tempo si regalava uno dei beni più preziosi: il cibo. Ed è proprio così che nascono le ceste natalizie: era tradizione scambiarsi cestini ricchi di fichi secchi, olive e alloro che al tempo venivano chiamati “sportule”, piccole borse create intrecciando le foglie e i rami di un vitigno chiamato “sparto”.
• Il cesto: un augurio di fertilità e di alleanza
Questa allegra festività, svolta nel periodo più grigio dell’anno, veniva intrapresa in un periodo che andava dal 17 al 23 dicembre. Ma qual era il significato del cesto ricco di bontà?
Saturno era una divinità che presiedeva il raccolto, la terra e l’abbondanza. Era a lui che si rivolgevano preghiere in tempo di fame e carestia per assicurarsi un buon anno in termini di produttività agricola. Le strenne nascono proprio per onorare questo dio della fertilità, così che scambiandosi doni sarebbe stato possibile non temere l’anno venturo. Placare Saturno con delle offerte era necessario perché lui, una volta tornato a riposare all’interno del terreno, potesse stimolare il raccolto a crescere sano e rigoglioso.
Altra ragione dei doni scambiati tra membri della comunità era quella di stringere sani rapporti tra le persone, una funzione di alleanza non scontata se si pensa a quell’epoca dove, come detto, ilsostegno reciproco poteva a tutti gli effetti salvare delle vite.
• Il 25 dicembre: una data particolare
Sappiamo che fu l’imperatore Costantino a rendere ufficiale il Natale cristiano nel 330: ma perché noi scambiamo i regali proprio quella data?
Fino a questo momento, il Natale non veniva festeggiato in un giorno preciso e conviveva con un’altra festività pagana: quella del Sol Invictus.
I culti solari facevano parte della Roma pagana: c’era stato il culto del Dio Sole El-Gabal, ad esempio, e durante il III secolo queste festività solari andarono sotto l’unico nome di Sol Invictus, una divinità festeggiata proprio il 25 dicembre. Si celebravano così i giorni successivi al solstizio quando il sole riprendeva mano a mano sempre più luce sul buio.
• Regala la tradizione con San Lorenzo
Nonostante la storia dei doni e delle strenne sia poco conosciuta ai più, ancora oggi siamo portatori di questa antica e affascinante tradizione che vede il cestino ricco di bontà come augurio di prosperità, buona fortuna e, perché no, come un modo in più per godersi la vita.
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