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Il riso giusto: Carnaroli o Vialone Nano?

Differenze e caratteristiche di due eccellenze italiane

La scelta dell’ingrediente principale per un buon risotto è delicata e determinerà il risultato finale del piatto: conoscere dunque le differenze tra alcune tipologie di riso è davvero importante. 
In Italia vengono prodotte alcune varietà di riso molto diffuse e importanti. Due di queste sono sinonimo di qualità ed eccellenza: Carnaroli e Vialone Nano.
A un occhio superficiale possono sembrare due tipi di riso molto simili, ma no: meglio non ragionare mai con l’idea del “uno vale l’altro”, perché non è mai vero. 

  • Il Carnaroli 

Il riso Carnaroli, tipico della zona di Vercelli e Pavia, è uno dei risi più diffusi in assoluto. Appartiene alla categoria dei “superfini”, trattandosi di un riso dai chicchi lunghi e grossi. È consigliato anche per i cuochi meno esperti, perché il suo più grande pregio è la capacità di rimanere assolutamente compatto e per nulla sgranato dopo la cottura, non richiedendo grandi capacità tecniche durante la preparazione. 
Questo lo rende perfetto non solo per i risotti, ma anche per i timballi, per le insalate di riso o altri piatti freddi a base di riso. 

  • Il Vialone Nano

Leggermente meno diffuso del Carnaroli, anche il Vialone Nano è un riso italiano (originario della Bassa Veronese) di assoluta eccellenza: è infatti un prodotto IGP.
Le differenze con il Carnaroli sono innanzitutto nella forma: i suoi chicchi sono tondi e piccoli. Viene considerato uno dei “padri” dei risi italiani, essendo nato nel 1937 da un incrocio tra le varietà “Nano” e “Vialone”. 
Il risultato è un riso dotato di una grande capacità di assorbimento e dunque di crescita durante la cottura. Per questo rimane meno compatto del Carnaroli e si presta perfettamente per risotti più cremosi o morbidi, risultando strepitoso durante la mantecatura. 

  • Lavorazione tradizionale e biologica: garanzia di qualità

È bene tenere a mente che sia il Carnaroli che il Vialone Nano sono risi pregiati, utilizzati con grande frequenza nel mondo dell’alta cucina: una coltivazione biologica permette di ottenere il massimo della qualità, perché in questo ci si affida a tecniche tradizionali e si risponde pienamente al rispetto del prodotto finale. 
Non usare concimi chimici o diserbanti nella produzione del riso è una pratica ancora non molto diffusa: per questo scegliere un riso biologico è una scelta etica ma anche d’eccellenza. Un prodotto frutto di lavorazione artigianale e assolutamente naturale è garanzia di bontà, specialmente quando si tratta di classici gastronomici come un Vialone Nano o un Carnaroli. 

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