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Riutilizzare gli scarti alimentari nella moda

Il tema della sostenibilità e della salvaguardia dell’ambiente è un tema sempre più importante e sensibile a tutti noi. Da alcuni anni, grazie all’aiuto di molte aziende impegnate nel settore tessile, è stato possibile riutilizzare tutti quei materiali, soprattutto organici, che vengono scartati durante il processo produttivo per creare tessuti innovativi ed ecologici di prima qualità.

Come sappiamo, lo spreco alimentare ha un impatto negativo sull’ambiente. Le grandi quantità di rifiuti organici, smaltiti in discariche, generano alte concentrazioni di gas effetto serra con effetti nocivi per l’ambiente. Scopriamo in questo articolo quali sono gli scarti alimentari che, trasformarti in filati naturali e a basso impatto ambientale, possono essere maggiormente utilizzati per creare una varietà di tessuti neutri e colorati!

– FIBRE DI BANANO

Già i giapponesi, sin dall’antichità erano soliti coltivare banane per ricavarne dei tessuti. Negli ultimi anni, sono nate tantissime realtà che utilizzano materiali residui della pianta di banano per ricavare stoffe utilizzabili nell’industria tessile. In particolare, dalle fibre più esterne si ottengono tessuti simili al cotone, con cui si realizzano tappeti o materiali di rivestimento, mentre con quelle più centrali, più fine e pregiate, è possibile ricavare tessuti leggeri e morbidi, adatti a realizzare capi d’abbigliamento. Recentemente sono stati lanciati nuovi tessuti a base di fibre di banano, come il bananatex, che aspira a sostituire le plastiche utilizzate nel settore dell’abbigliamento.

– CAFFÈ

Il caffè è una delle bevande più consumate al mondo, ma solo una piccola parte è impiegata nella sua preparazione. La quantità restante di scarto è notevole e diventa un rifiuto da smaltire nell’organico. Per questo, è stato inventato il primo trafilato di caffè ecologico pronto alla tessitura. Realizzato a partire da fondi di caffè e bottiglie di plastica, si presenta con un tessuto traspirante, antiodore, resistente ai raggi UV e ad asciugatura più veloce del cotone.

– UVA

Dalla vinaccia, cioè l’insieme di bucce, raspi e semi scartati durante la produzione del vino, si produce una sorta di bio pelle. Questo innovativo materiale, chiamato VegeaTextile, nasce dalla spremitura dell’uva e dalla separazione degli scarti che, una volta essiccati per tre anni con particolari trattamenti, vengono trasformati in tessuti, utilizzati sia nell’abbigliamento che per la realizzazione di accessori e packaging. Questa idea, assolutamente italiana, può avere un potenziale notevole in futuro.

– SOIA

La soia anche è un prodotto dai mille usi. Dopo la Cina anche in Europa, da qualche tempo, gli scarti della lavorazione della soia sono utilizzati per essere trasformati in fibre tessili per la realizzazione di abiti ecosostenibili e cruelty-free. Questo tessuto particolarmente morbido, tanto da essere stato paragonato ad un “cashmere vegetale”, ha proprietà antibatteriche, traspiranti ed è tre volte più resistente alla rottura rispetto alla lana

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