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Barolo, il Re dei Vini italiani: scopri come abbinarlo per valorizzarlo al meglio, le sue caratteristiche e la sua storia secolare

Indice:

Si è da poco concluso Vinum, la grande manifestazione dedicata al vino che ogni anno si tiene ad Alba, capitale delle Langhe e terra di grandi vini conosciuti e apprezzati in tutto il mondo.

Tra le tante etichette d’eccellenza che la Langa offre, la più pregiata è certamente il Barolo: vero e proprio simbolo dell’enogastronomia piemontese, è uno dei vini più celebri a livello internazionale, elogiato da milioni di esperti, enologi e degustatori.

Il Barolo è un vino realmente speciale, dotato di caratteristiche uniche che lo rendono il più rinomato vino italiano, ambasciatore della nostra cultura enologica nel mondo. Vale dunque la pena conoscerlo meglio, scoprirne l’origine, la storia, le caratteristiche e imparare ad abbinarlo correttamente, per farlo risaltare come davvero merita.

Barolo: una storia lunga secoli

La lunga storia del Barolo ha inizio circa 2500 anni fa, tra le meravigliose Langhe piemontesi, un territorio perfetto per la coltivazione della vite grazie alla sua posizione, ben esposta al sole ma al contempo riparata.

Tra queste dolci colline ricoperte di vigne e costellate da austeri castelli medievali, fin dall’antichità si produceva un vino che già i Galli consideravano eccezionale, ma che raggiunse il suo apice durante il Medioevo e il Rinascimento, ottenendo anche importanti successi internazionali a partire dal 1751, soprattutto a Londra e negli Stati Uniti.

Il vino dei Re

La svolta vera e propria, tuttavia, avvenne intorno alla metà del XIX secolo, ad opera dei marchesi Tancredi Falletti e Giulia Colbert Falletti di Barolo, che, nelle loro tenute attorno al castello di Barolo, iniziarono a produrre l’omonimo vino. La prima bottiglia di Barolo, con le caratteristiche che noi oggi conosciamo, vide la luce nel 1844.

La notorietà di questo vino secco e armonioso cominciò ad aumentare, e anche il Re Carlo Alberto di Savoia iniziò ad interessarsene, così i marchesi donarono al sovrano 300 carra (circa 150 mila litri) di Barolo.
Il Re ne rimase folgorato, a tal punto da decidere di comprare la tenuta di Verduno per poterlo produrre autonomamente. Più tardi, anche Vittorio Emanuele II di Savoia seguì il suo esempio, acquistando la tenuta di Fontanafredda a Serralunga d’Alba – tutt’ora esistente e in attività – per garantire alla propria corte un approvvigionamento costante del pregiato vino. Fu così che nacque “il vino dei re”, che divenne ben presto anche “il re dei vini”.

Il comune di Barolo, caratterizzato da un meraviglioso castello medievale, è celebre per aver dato i natali all'omonimo e pregiatissimo vino rosso delle Langhe.

Il Barolo oggi

In seguito alla notorietà raggiunta grazie ai Savoia, le tecniche di produzione vennero affinate e con il passare degli anni il Barolo divenne un vino così ambito che nacque l’esigenza di proteggere la sua straordinaria unicità dalle contraffazioni.
Già a inizio Novecento, più precisamente nel 1927, la Gazzetta Ufficiale pubblicò un “Decreto sui vini tipici”, dove venivano delimitate le zone di produzione del Barolo, ma è solo nel 2009 che vennero approvate le Menzioni Geografiche Aggiuntive.

Oggi, la produzione del Barolo è concessa esclusivamente in 11 Comuni della bassa Langa, dislocati intorno alla città di Alba.

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Barolo, un vino dalle caratteristiche uniche

Il Barolo nasce da uve nebbiolo, ma è dopo il lavoro in vigna che avviene la vera magia: è l’invecchiamento, infatti, a svelare tutto l’incredibile potenziale di questo vino.

L’invecchiamento del Barolo avviene prima all’interno di apposite botti, e successivamente in bottiglia. In base alla durata dell’invecchiamento, si può distinguere tra Barolo DOCG, sottoposto ad affinamento per 3 anni, di cui 18 mesi in botte, e Barolo DOCG Riserva, affinato per 5 anni, di cui 18 mesi in botte.

Benché le caratteristiche organolettiche del Barolo possano variare in base ai terreni dove viene prodotto, che gli conferiscono sfumature sempre diverse, vi sono alcune peculiarità che contraddistinguono questo vino, rendendolo assolutamente inconfondibile.

Il Barolo si presenta di colore rosso granata, con riflessi aranciati che emergono nel corso dell’invecchiamento. Al naso è complesso, persistente ed intenso, caratterizzato da un profumo fruttato e floreale, in particolare viola e vaniglia, che si accompagnano a note speziate.
Si tratta di un vino strutturato, ricco di corpo e di grande personalità, che al palato appare potente, equilibrato ed elegante.

Cibo e Barolo: gli abbinamenti migliori

L’abbinamento più classico, capace di far risaltare tutto l’intenso e corposo sapore del Barolo, è con le carni rosse: arrosti, brasati, selvaggina, carni speziate (ma mai piccanti, mi raccomando!) faranno brillare questo vino straordinario.

Se preferite invece assaporarlo con un primo piatto, la scelta ricade inevitabilmente sui ravioli al plin, tipica pasta fresca piemontese.

Perfetto anche per accompagnare funghi e formaggi stagionati, il Barolo è poi ottimo quando viene abbinato ad un’altra eccellenza delle Langhe, il Tartufo Bianco d’Alba.

Infine, un ultimo consiglio: trattandosi di un vino che necessita di estrema cura e delicatezza, specialmente nel caso in cui abbiate scelto una bottiglia molto datata, prima di servirlo in tavola è consigliabile scaraffarlo all’interno di un decanter, avendo cura di versarlo evitando di smuovere l’eventuale sedimentazione naturale sul fondo della bottiglia.

Il Barolo è ottimo se abbinato ad un’altra eccellenza delle Langhe, il Tartufo Bianco d’Alba.

Hai già assaggiato il Barolo? Se la risposta è no, siamo sicuri che ora non vedi l’ora di provarlo. Non ti resta allora che visitare la nostra Enoteca, dove troverai il Barolo DOCG 2017 San Lorenzo: dal sapore lungo, robusto e vellutato, saprà conquistarti fin dal primo sorso!

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